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Sulla terra guardando il cielo

GLI ALLIEVI DELLA SCUOLA DI CINEMA IMMAGINA AL 68ESIMO MONTECATINI INTERNATIONAL SHORT FILM FESTIVAL

di Chiara Ottanelli

Ci sono tutti. Tutti quelli che contano a un evento del genere: gli attori, i tecnici e chi ci ha sputato sangue e passione anche senz’avere una qualifica ben precisa. Il cinema si fa così. E alla fine ci si godono gli abbracci, i sorrisi a bocca aperta, per una sera vale solo questo e il resto si rimanda al giorno seguente. E viene tutto molto spontaneo se un film è fatto quasi esclusivamente da ragazzi che hanno negli occhi la magia e il coraggio del cinema.

La Scuola di Cinema Immagina fa questo: forma persone che hanno una vera passione e si specializzano in ambiti diversi, dalla regia, al doppiaggio, alla recitazione, al montaggio. E poi le mette alla prova sul set, sotto la guida di insegnanti e professionisti del settore. Aspiranti attori, registi, operatori, montatori si concentrano su quello che hanno imparato durante i corsi e lo mettono in pratica. Fino a realizzare film come Zoroastro, lungometraggio presentato in anteprima al 68esimo Montecatini International Short Film Festival, per la regia di Giuseppe Ferlito.

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“Una volta che abbiate conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo. Perché là siete stati e là vorrete tornare” dice Leonardo da Vinci. E per Tommaso Gori, interpretato da Lorenzo Provvedi, la fidanzata Carlotta interpretata da Letizia Toni, e i loro amici, non c’è più pace. Tutti vengono in qualche modo coinvolti dalla passione di Tommaso per il grande pittore, ingegnere e scienziato italiano. Fino a spiccare il volo.

Quelli che vedi sullo schermo, sono occhi che credono in quello che fanno, nonostante difficoltà di ogni tipo: tecniche, emotive, di dizione. Quel briciolo di paura che hanno in fondo allo sguardo se lo porteranno dietro tutta la vita, perché un attore è sempre un perfezionista e loro, allievi della Scuola di Cinema Immagina, forse non sono ancora grandi attori, ma perfezionisti sicuramente. Zoroastro è, per quasi tutti gli attori del film, la primissima esperienza sul set: emozionante e stancante come, gli auguriamo, sarà sempre.

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Ci vogliono carattere e coraggio. Anche questo traspare dagli occhi degli attori, incorniciati da una bellissima fotografia. I protagonisti, Lorenzo e Letizia, confermano di aver dovuto lavorare su loro stessi, studiare i propri personaggi, arrivare in qualche modo ad amarli e che questo è il vero traguardo di un attore. Per la prima volta sullo schermo, anche il volto onesto di Francesca Chiari e quello sfuggente di Misha Tarasiuk, i cui personaggi sono amici dei protagonisti, ma solo fino a un certo punto. C’è poi Pier Ferruccio Rossi che interpreta un padre colpito da Alzheimer e dice le proprie battute con ogni singola ruga del volto, obbligandoti a seguirne ogni movimento. Infine, per così dire, Salvatore Pulzella, un lavavetri dai modi bruschi e limpidi di chi guarda senza essere visto.

Fanno parte del lungometraggio anche attori con del mestiere e quanto. Come Fabio Baronti, con la sua partecipazione straordinaria proprio nei panni di un attore esperto di Leonardo da Vinci, che alza un dito e tu ammutolisci. Attori di professione che si regalano ai più giovani, perché come in Non ci resta che piangere, “bisogna provare, provare, provare, provare, provare”. Alla Scuola di Cinema Immagina funziona così.

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Chiara Ottanelli

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